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23 ottobre 2012

LEGGE DI STABILITÀ: VA CAMBIATA. AGRICOLTURA PENALIZZATA

Il presidente della Cia Giuseppe Politi invita il Parlamento ad apportare le “giuste correzioni” a un provvedimento orientato solo nella logica dei tagli. Per le imprese agricole, già oberate da costi onerosi, c’è il rischio di pesanti contraccolpi e di vedere vanificato il positivo andamento degli ultimi mesi.

 

“La legge di stabilità va modificata. Il provvedimento penalizza fortemente l’agricoltura e l’aumento dell’Iva avrà conseguenze devastanti per i consumi, in particolare quelli alimentari, che hanno già subito un drammatico crollo”. Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che invita il Parlamento ad apportare “le giuste correzioni” ad una manovra che si presenta “iniqua e per nulla orientata alla crescita”.

“Ancora una volta -ha rimarcato Politi- ci troviamo davanti a misure che si abbattono pesantemente sulle imprese e sulle famiglie italiane. E’ una legge che non va, quindi, nella direzione giusta. Gli sgravi fiscali non compenseranno affatto l’aumento dell’Iva che soprattutto in campo alimentare deprimerà ancora di più la spesa, con conseguenze facilmente immaginabili. L’Istat ha affermato che tale incremento interesserà l’80 per cento dei prezzi di beni e servizi. Così la ripresa dello sviluppo e il rilancio della competitività si allontanano in maniera drammatica”.

“Come mondo agricolo -ha aggiunto il presidente della Cia- non possiamo che ribadire le nostre critiche ad un provvedimento ancorato alla pura logica dei tagli. Non è possibile procedere unicamente nel pur necessario rigore. C’è bisogno di atti concreti che rimettano in moto il sistema imprenditoriale del nostro Paese”.

“La legge di stabilità -ha rilevato ancora Politi- avrà effetti pesanti anche sulle imprese agricole, che già sono costrette ad operare tra onerosi costi produttivi e contributivi, un’opprimente burocrazia e prezzi sui campi non più remunerativi. E’ una situazione difficile che rischia di peggiorare ulteriormente. In questo modo, il settore primario, che in questi mesi ha dato prova di vitalità con una crescita del valore aggiunto e dell’agricoltura, può subire contraccolpi deleteri”.

“Da qui il nostro invito alle forze parlamentari e allo stesso governo di ‘rivedere’ in meglio la legge. C’è bisogno -ha concluso il presidente della Cia- di cambiare impostazione alla manovra e di venire incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese. Altrimenti, si continuerà a parlare di recessione anche nel 2013, anno, che, invece, deve segnare una positiva inversione di tendenza”.

 

Fonte: Cia Nazionale