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18 ottobre 2012

LA SPESA QUOTIDIANA VOLA AL 4,7 PER CENTO

La Cia commenta i dati sui prezzi al consumo a settembre diffusi dall’Istat: aziende e famiglie sono ormai in trincea. La situazione è diventata insostenibile ma dalla Legge di stabilità risposte totalmente insufficienti.          

 

Nessun freno al carovita. A settembre, nonostante la stabilizzazione dell’inflazione, il carrello della spesa accelera fino al 4,7 per cento, mettendo a segno il rialzo maggiore da aprile. E’ una situazione non più sostenibile per le famiglie, che devono mettere in conto 20 euro in più al mese solo per sopperire all’aumento dei listini alimentari, trascinati in alto dai costi della logistica, mentre subiscono il crollo del potere d’acquisto, che tocca i minimi dal 2000. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sui prezzi al consumo diffusi oggi dall’Istat.

Ma l’inflazione si fa sentire anche sui produttori agricoli, che non traggono nessun vantaggio dalla “fiammata” dei prezzi della verdura fresca (+7,1 per cento congiunturale e +10,2 per cento tendenziale) e della carne rossa (rispettivamente +0,4 per cento e +2,7 per cento) -osserva la Cia-. E’ difficile tenere in piedi un’impresa quando le quotazioni sui campi non sono remunerative: sull’ortofrutta, ad esempio, al produttore va in media solo il 18 per cento circa del prezzo finale che i consumatori pagano al supermercato. Non solo, gli agricoltori devono far fronte allo stesso all’aumento inarrestabile dei costi aziendali (+10,3 per cento annuo per carburanti ed energia elettrica secondo le ultime rilevazioni Ismea) e a oneri fiscali e burocratici sempre più gravosi, a partire dall’Imu.

Insomma, famiglie e imprese sono ormai in trincea e certo dalla Legge di stabilità non arrivano risposte decise a sostegno del Paese -conclude la Cia-. Non basta il mini-taglio dell’Irpef per ridare fiato al portafoglio degli italiani, tanto più che il nuovo aumento dell’Iva potrebbe tradursi in un calo secco di un punto percentuale dei consumi alimentari, già sottoterra da tempo. Anche per le aziende agricole la manovra -così com’è- è penalizzante, andando a tagliare alcune indispensabili agevolazioni fiscali e non prevedendo alcuna misura per la crescita e la competitività.

 

Fonte: Cia Nazionale