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09 ottobre 2012

COMUNICATO CONGIUNTO

Legge stabilità: agricoltori ancora una volta esclusi dal confronto governo-forze sociali. Un’assurda discriminazione. Cia e Confagricoltura esprimono amarezza e disappunto: così non si dà “voce” a una realtà vera del sistema socio-economico del Paese. Appare come un’assurda discriminazione l’ulteriore esclusione delle rappresentanze del mondo agricolo dal tavolo di confronto tra governo e forze sociali. Il fatto è ancora più grave quando si discute di un provvedimento fondamentale per la nostra economia, come la legge di stabilità. Lo affermano Cia-Confederazione italiana agricoltori e Confagricoltura che evidenziano tutta la loro amarezza e disappunto per l’atteggiamento assunto dall’esecutivo nei confronti dell’agricoltura, il cui ruolo e valore vengono, purtroppo, continuamente ignorati.

Non è la prima volta -sostengono Confagricoltura e Cia- che le organizzazioni agricole non fanno parte della concertazione avviata dal governo Monti. Tranne rare eccezioni, l’agricoltura è rimasta sempre fuori. Sinceramente non riusciamo a capire il motivo della ‘porta sbarrata’ al settore primario, che pur rappresenta milioni di imprese e di lavoratori e che in questi mesi ha dimostrato notevoli capacità di vitalità frenando la corsa al ribasso del Pil.

Nello stigmatizzare il comportamento del governo, Confagricoltura e Cia ricordano l’importanza della concertazione, che è lo strumento più idoneo per definire obiettivi condivisi e individuare strumenti e percorsi utili al loro raggiungimento. Un discorso che vale ancora di più quando questo metodo è allargato a tutte le altre componenti sociali del Paese.

Cia e Confagricoltura, quindi, rinnovano l’invito a Palazzo Chigi: occorre ascoltare anche la “voce” degli agricoltori e delle loro imprese, che sono una realtà vera del sistema socio-economico italiano.

 

Fonte: Cia Nazionale