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11 giugno 2012

OSPEDALE GIANNUZZI MANDURIA chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia

La CIA Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto, coerentemente con quanto già evidenziato per altri nosocomi della nostra provincia, in merito alla delibera adottata dalla giunta regionale della Puglia, che decreta la chiusura dei reparti di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale “Marianna Giannuzzi” di Manduria, esprime tutto il proprio stupore e disappunto, non riuscendo a trovare alcuna spiegazione logica e razionale che possa giustificare una siffatta scelta. “La CIA di Taranto –  ha dichiarato il presidente provinciale Nicola Spagnuolo – considera scellerata la scelta adottata dalla Regione Puglia, partendo dalla considerazione che il nosocomio manduriano insiste su una vasto territorio, quale quello della zona orientale della provincia, e che quindi priverebbe tantissimi Comuni di un servizio di prima necessità ed urgenza, quale quello del punto nascite”. Il suddetto ospedale, infatti, garantisce i servizi sanitari ai Comuni di Avetrana, Sava, Maruggio, Torricella, Lizzano, Fragagnano e San Marzano, oltre ovviamente che alla stessa Manduria; a questa struttura, inoltre, fanno riferimento anche Comuni di fuori provincia, come Erchie, Torre Santa Susanna e San Pancrazio Salentino e quindi è facile comprendere quali effetti devastanti assume una scelta del genere e quali riflessi negativi riverbera su una zona che sconta già dei ritardi infrastrutturali notevoli rispetto ad altre zone della stessa provincia. “La CIA di Taranto –  ha sostenuto in conclusione Spagnuolo –  nel comunicare la propria convinta adesione al comitato pro-Giannuzzi operante in città e in tutto il territorio, non mancherà di riportare le proprie posizioni nelle sedi regionali opportune, auspicando un pronto e repentino passo indietro da parte della giunta regionale affinché capisca che di campanilistico in questa battaglia non c’è assolutamente nulla, ma sono in gioco le sorti del diritto alla salute di un’area con oltre 120.000 residenti che, in alternativa, sarebbero costretti a spostamenti biblici e disagevoli, vista la cronica carenza di strade di collegamento decenti e che potrebbero causare fatti anche estremi nei casi di urgenza”.