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24 aprile 2012
BANCHE: L’AGRICOLTURA È IN PROFONDA SOFFERENZA, INDEBITATE DUE AZIENDE SU TRE

La Cia commenta i dati dell’Osservatorio sul credito diffusi da Confcommercio. Nel settore primario il “credit crunch” ha raggiunto livelli insostenibili. Le imprese non riescono più a stare sul mercato, oberate anche dall’aumento dei costi di produzione e dal peso eccessivo degli oneri burocratici e fiscali. Nel settore primario il “credit crunch” ha raggiunto livelli insostenibili: oltre la metà delle aziende agricole italiane denunciano difficoltà enormi nell’accesso a finanziamenti e prestiti. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi dall’Osservatorio di Confcommercio sul credito alle imprese del settore nel primo trimestre del 2012. Se nel terziario il 37 per certo delle aziende ottiene meno credito di quello richiesto o non lo ottiene affatto, il quadro si fa ancora più cupo in agricoltura, dove all’assenza di liquidità corrisponde un aumento delle situazioni debitorie delle imprese. Ad oggi infatti -spiega la Cia- ben due aziende agricole su tre sono gravate da debiti e tre su dieci non riescono più a fronteggiarlo, con il rischio di finire nella rete dell’usura e della criminalità organizzata.

Ma non basta: accanto alla stretta creditizia, le imprese agricole scontano anche il peso eccessivo della burocrazia, che costa al comparto oltre 4 miliardi l’anno -continua la Cia- e soffrono l’aumento dei costi di produzione (soltanto il gasolio agricolo è raddoppiato in un anno con un onere aggiuntivo di oltre 5mila euro ad azienda), non compensati da una parallela crescita dei prezzi sui campi, che restano non remunerativi.

Tutto questo scoraggia le imprese e le getta nella disperazione: nel primo trimestre dell’anno -ricorda la Cia- l’agricoltura ha perso 13.335 aziende (-1,6 per cento), in valori assoluti il saldo più pesante tra i comparti produttivi del Paese.

Ecco perché è indispensabile che ci sia un avvicinamento tra mondo bancario e pmi del comparto, un atteggiamento diverso e più aperto alle esigenze degli agricoltori. Anche perché -conclude la Cia- l’assenza di credito e il prossimo arrivo dell’Imu rischiano di diventare un mix letale per il settore.

 

Fonte: Cia Nazionale


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