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06 febbraio 2012
IL MALTEMPO METTE IN GINOCCHIO L’AGRICOLTURA PUGLIESE

Il comparto orticolo pugliese messo in ginocchio dal maltempo, che da diversi giorni sta sferzando ogni angolo della Puglia. Solo nella Capitanata si stimano danni pari al 40% sulle colture orticole. Il 40 per cento dei raccolti di ortaggi in campo aperto, infatti, sono andati distrutti. E poi rimangono bloccati sulle strade e nelle aziende migliaia di  tonnellate di prodotti ortofrutticoli e migliaia di litri di latte. Danni consistenti si registrano, infatti, anche nelle aziende zootecniche pugliesi, dove in molti casi è difficoltoso arrivarci a causa della presenza di neve e ghiaccio. Non c’è pace, dunque, per l’agricoltura pugliese. Dopo gli effetti disastrosi provocati dal blocco dei tir, ora sul comparto si è abbattuta come un macigno anche l’ondata di freddo polare, che sta creando non pochi disagi in molte zone della Puglia.

Sono ingentissimi, dunque, i danni che si registrano al comparto agricolo, stimati in svariate decine di milioni di euro. Danni che vanno a gravare su aziende già messe in seria difficoltà da una crisi economica senza precedenti, e che ora si vedono il lavoro di mesi e mesi distrutto dalle piogge o dalle nevicate e dalle gelate, e si vedono perdere il prodotto in campo. Ma non basta. Le aziende “risparmiate” dai danni diretti a colture pagano comunque le conseguenze del maltempo sulla bolletta energetica. Con le temperature anche al di sotto dello zero, infatti, gli agricoltori devono ricorrere massicciamente al riscaldamento delle serre e delle stalle, con gli impianti costantemente accesi per evitare il congelamento delle tubature. Una vera stangata per il settore, dato che il prezzo del gasolio agricolo è cresciuto in un biennio del 130 per cento, con un aggravio sui costi produttivi pari a oltre 5 mila euro ad azienda. Insomma, la situazione è veramente drammatica e richiede immediati interventi, anche per garantire la distribuzione delle merci, soprattutto dei prodotti altamente deperibili come latte, frutta e verdura, ed evitare, così, il rischio speculazione sui prezzi.

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