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31 gennaio 2012

SEMPLIFICAZIONE: UN PRIMO PASSO AVANTI, MA PER LE IMPRESE AGRICOLE SERVONO ALTRI INTERVENTI

Il presidente della Cia Giuseppe Politi valuta positivamente lo sforzo compiuto dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania. Per il settore primario, tuttavia, occorre un impianto normativo fortemente innovativo sul modello del Code rural francese. Auspicata la convocazione di un tavolo di lavoro ad hoc tra ministero e organizzazioni agricole.

“E’ un primo significativo passo avanti, ma per le imprese agricole occorrono altri e più mirati interventi. La burocrazia è un mostro dai mille tentacoli che toglie all’agricoltura più di 4 miliardi di euro l’anno. Occorre un’azione energica in grado di liberare le aziende dai tanti lacci e lacciuoli che impediscono una valida attività imprenditoriale. L’importante era, comunque, partire. Ora è necessario proseguire in maniera efficace in modo di rispondere alle esigenze della nostra imprenditoria agricola”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito al decreto semplificazioni del governo.

“Valutiamo molto positivamente -aggiunge Politi- lo sforzo del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania per l’inserimento delle misure a vantaggio delle imprese agricole nel decreto semplificazioni, la cui approvazione dovrebbe ulteriormente contribuire a completare il quadro. In ogni caso, vorremmo ribadire che alcuni punti particolarmente rilevanti dovrebbero essere trattati all’interno di un testo unico, il cosiddetto “codice agricolo”, che raccolga in chiave di semplificazione le norme nazionali in materia agricola, proponendo, laddove necessario, un contributo al chiarimento anche in chiave di innovazione normativa. Alcuni esempi: definizione di imprenditore agricolo, concetto di prevalenza, definizione di vendita diretta. Pertanto, auspichiamo la convocazione di un tavolo di lavoro ad hoc tra ministero e organizzazioni agricole”.

“Da tempo, infatti, sosteniamo -rimarca il presidente della Cia- che nel medio periodo è importante affrontare in modo strutturale la semplificazione burocratica in agricoltura con un impianto normativo fortemente innovativo sul modello del Code rural francese”.

“D’altra parte la semplificazione amministrativa, lo snellimento delle procedure e la riduzione degli oneri burocratici rappresentano -rileva ancora Politi- un’esigenza fondamentale per ridare slancio alle imprese, chiamate a vincere la sfida della crescita e della produttività”.

“Numerose in questi anni sono state le sollecitazioni della Cia rivolte ai governi con le quali -dice il presidente confederale- si richiedevano interventi efficaci per ridurre gli oneri amministrativi sul settore: sollecitazioni che abbiamo avanzato insieme alle altre parti sociali”.

“I dati, del resto, parlano chiaro. E’ di 7.200 euro l’anno l’onere burocratico che -afferma Politi- sostiene, mediamente, un’impresa agricola italiana. Il costo complessivo per il settore supera, appunto, i 4 miliardi di euro l’anno, di cui più di un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione. Il che si traduce in un forte ostacolo alla crescita economica, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività”.

“Per questo motivo la Cia -ricorda il presidente confederale- ha promosso la Petizione popolare ‘Dacci un taglio. E’ semplicemente un tuo diritto’, attraverso la quale sono state raccolte migliaia di firme in tutta Italia per impegnare il governo, nell’ambito delle politiche di semplificazione amministrativa, a predisporre precisi provvedimenti che permettano un adeguato snellimento delle procedure burocratiche”.

“D’altronde, più semplificazione amministrativa e legislativa significa risparmio, trasparenza e, soprattutto, recupero di risorse che possono essere destinate allo sviluppo e alla competitività. Oggi, in Italia, il carico burocratico fiacca non solo il sistema imprenditoriale, ma asfissia anche il semplice cittadino. Il che rende la nostra ‘macchina amministrativa’ -sottolinea Politi- la più cara tra quelle europee, seconda solo alla Francia, dove, tuttavia, l’apparato pubblico, sia in termini di efficienza che di performance, è nettamente migliore del nostro”.

“Bastano poche misure -conclude il presidente della Cia- per garantire un effettivo risparmio economico. Un esempio per tutti: una riduzione del 25 per cento del carico dell’apparato burocratico, che nel nostro Paese pesa per il 4,5 per cento sul Prodotto interno lordo (contro il 3,5 per cento dell’Unione europea), può determinare un taglio di oltre 5 miliardi di euro. Una somma con la quale si possono mettere in moto interventi a sostegno della ripresa economica e, quindi, dei vari settori produttivi”.

 

Fonte: Cia Nazionale