Domenica 6 febbraio 2011 il WWF festeggia la giornata mondiale delle zone umide (2 febbraio) e i 40 anni della Convenzione di Ramsar aprendo gratuitamente 15 oasi. Un'occasione per vedere le tantissime specie di uccelli che abitualmente frequentano le nostre zone umide: fenicotteri, grù, anatre, merli, gabbiani, sterne e tante specie provenienti dal Nord Europa che vengono in Italia per svernare. Un esempio? Le oche selvatiche già arrivate dall'Olanda.
Il 2 febbraio si festeggia la Giornata Mondiale delle zone umide, gli ecosistemi più a rischio del Pianeta, ma allo stesso tempo straordinari tesori di biodiversità, serbatoi di CO2 e con un valore economico stimato in oltre 15 milioni di miliardi di dollari. L'edizione 2011 della Giornata mondiale coincide anche con i 40 anni della Convenzione delle zone umide di importanza internazionale (Ramsar), ma anche con l'Anno Onu dedicato alle foreste. Per questo il tema dell'edizione 2011 è ''aree umide e foreste''. Il 90% delle aree umide sono scomparse nell'ultimo secolo. Secondo la Commissione europea, fra il 1950 e il 1985 si sono registrate le perdite maggiori: in Francia (67%), Italia (66%), Grecia (63%), Germania (57%) e Olanda (55%). L’Italia ospita 52 siti Ramsar. Dei circa 3 milioni di ettari originari, all'inizio del ventesimo secolo ne restavano 1.300.000 ettari, fino a precipitare ai 300mila ettari nel 1991. Oggi ne rimane lo 0,2%, tra aree interne e marittime. Si stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie animali totali, che diventano il 40% aggiungendo quelle vegetali. Quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate alle zone umide. Le aree umide sono una preziosa riserva idrica e producono il 24% del cibo del Pianeta. Servono infatti all'irrigazione delle colture e ad alimentare pesci e molluschi (oltre due terzi dei pesci che consumiamo dipendono da aree umide costiere o interne). Fanno da barriera e da magazzini naturali di acqua in caso di inondazioni, oltre a costituire vie di comunicazione, aree importanti a fini ricreativi e turistici e giganteschi "serbatoi" di CO2 (si stima che custodiscano circa il 40% della riserva globale di carbonio terrestre).
OASI WWF ITALIA APERTE DOMENICA 6 FEBBRAIO
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