In questi giorni sta prendendo sempre più piede il dibattito sulla eventuale realizzazione di una centrale nucleare nel territorio tra Ostuni e Fasano.
Le amministrazioni comunali del territorio ad oggi vagliano attentamente anche le autorizzazioni per la realizzazione dei parchi fotovoltaici e delle torri eoliche per ridurre al minimo l’impatto visivo e preservare il paesaggio rurale il più incontaminato possibile. Un paesaggio sempre più meta di turisti, che, nonostante il momento di crisi congiunturale, aumentano nei nostri territori, e che dimostrano di apprezzare anche e soprattutto l’agriturismo. Una forma questa di ricettività che ha permesso di recuperare quel patrimonio edilizio rurale tipico delle nostre aree extra-urbane (masserie, trulli, lamie, casedde), che consente di valorizzare le produzioni tipiche locali e che coniuga l’attività turistica e il paesaggio rurale, nel rispetto dell’ambiente e senza aumentare volumetrie abitative e inutili ulteriori colate di cemento.
Nonostante tutto ciò, sembra che il dibattito sul nucleare non debba interessare il mondo agricolo che, come sempre, deve subire supinamente le decisioni che vengono calate dall’alto ma che puntualmente hanno una ricaduta negativa proprio sul comparto primario.